• Nome: Nebulosa Aquila
  • Nome scientifico: Messier 16 (M16)
  • Tipo: Nebulosa di emissione e nebulosa diffusa
  • Distanza dalla Terra: Circa 7.000 anni luce
  • Costellazione: Serpente
  • Coordinate celesti:
    • Ascensione retta: 18h 18m 48s
    • Declinazione: -13° 48' 00"

Descrizione:

La Nebulosa Aquila, conosciuta anche come M16, è una famosa nebulosa situata nella costellazione del Serpente. È una nebulosa di emissione, caratterizzata dalla presenza di gas ionizzato che emette luce visibile.

La caratteristica principale della Nebulosa Aquila è la famosa "Pilastri della Creazione". Si tratta di una colonna di gas e polveri oscuri che si estende all'interno della nebulosa stessa. Questo pilastro è stato reso celebre dalla famosa immagine catturata dal telescopio spaziale Hubble, che mostra la formazione stellare all'interno della nebulosa.

La Nebulosa Aquila è anche nota per la presenza di giovani stelle calde che illuminano il gas circostante, creando una serie di regioni luminose e di filamenti nebulosi. Queste regioni di formazione stellare sono estremamente attive e producono nuove generazioni di stelle.

All'interno della Nebulosa Aquila si trova anche un ammasso aperto di stelle chiamato NGC 6611. Questo ammasso è stato formato all'interno della nebulosa stessa e le sue stelle contribuiscono a illuminare e delineare la struttura della nebulosa.

La Nebulosa Aquila è un oggetto celeste molto studiato e fotografato dagli astrofili. Attraverso un telescopio, è possibile osservare i dettagli dei filamenti nebulosi e delle regioni di formazione stellare. È una delle nebulose più famose del cielo notturno e offre uno spettacolo affascinante per gli appassionati di astronomia.

 

DATI FOTO:

Tele GSO Ritchey-Chrétien 25 cm ridotto a f/6
CMOS ZWO ASI 183mm PRO, temp -15°C
Ruota portafiltri Atik EFW2
Filtri Astronomik LRGB Ha O3 S2 typeIIC
Tele guida: TecnoSky SharpGuide 70
Camera guida: TSGM120M
Montatura 10Micron GM1000HPS
Ha 100 x 300 sec. Gain 150 (450)
S2 10 x 300 sec. Gain 200 (450)
O3 10 x 300 sec. Gain 200 (450)
Acquisizione SharpCap
Elaborazione DDS, Pixinsight.
Ardore Marina (RC) (N38° 10' 11" - E16° 12' 2")
31-05-2019
01-06-2019
02-06-2019
03-06-2019
04-06-2019
05-06-2019
06-06-2019
07-06-2019

 

Osservatorio Astronomico "La Macchina del Tempo" MPC M24 di Bruno Monteleone - Ardore M. (RC)


M16 e Hubble

Il "quasi" fallimento della missione Hubble

 
La travagliata storia del telescopio spaziale Hubble inizia molto tempo fa, addirittura negli anni '70 quando fu pensata la sua costruzione, con un budget previsto tra i 70 e 300 milioni di dollari.
Costo che si rivelò ampiamente sottostimato, venendo a costare, al momento del lancio (1990), ben 2 miliardi di dollari.
Era la missione più importante di quei tempi e ci si aspettava molto da questo prodigio tecnologico ma, subito dopo la messa in orbita, il disastro.
Quando arrivarono le prime immagini ci si accorse che erano sfocate e inutilizzabili, praticamente un bidone nello spazio. Uno dei progetti più importanti e costosi, dopo le missiomi Apollo, si stava rivelando un fallimeto colossale.
Si scoprì che la lavorazione ai bordi dello specchio primario (2,4 metri) era stata fatta male, con una differenza di 2,2 micron rispetto al previsto.
Questo fece grande scalpore e l'opinione pubblica americana si scaglio contro la NASA per l'enorme spreco di denaro pubblico. Addirittura alcuni dei responsabili del progetto si videro costretti a sfuggire ai giornalisti.
La NASA tentò una riparazione in orbita e, con la missione STS-61 (1993) e installazione della WFPC2, si cercò di correggere il difetto ottico dello specchio. Fortunatamente andrò tutto per il verso giusto e, dopo le varie calibrazioni, il rinato Hubble cominciò a restituire le immagini tanto sperate dagli scienziati.
Il riscatto nei confronti dell'opinione pubblica, e del mondo scientifico, avvenne nel 1995 quando, in una conferenza stampa, venne mostrata una foto dell'Hubble dopo la riparazione che raffigurava la parte centrale della nebulosa M16 che, con una geniale intuizione mediatica dell'astronomo Jeff Hester, venne chiamata "Pilastri della creazione"
Fino ad adesso il costo totale, tra progettazione, costruzione, lancio, riparazione manutenzione e analisi dei dati, ammonta ad oltre 10 miliardi di dollari, ma ha prodotto più di 1,5 milioni di osservazioni e oltre 20.000 pubblicazioni scientifiche contribuendo significativamente ad una maggiore conoscienza dell'Universo.

 



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